C’è il gatto Edoardo. Il gatto Felice ne ha avuto notizie attraverso un certo sistema d’informazione telepatico in uso tra i gatti – non molto diverso da quello che nel secolo scorso gli umani hanno cominciato a realizzare tecnologicamente, sotto forma di Internet.
Grazie a quel sistema felino, moltissimi gatti conoscono la mirabile impresa del gatto Edoardo, che è un tigrato gracile e molto timido.
Una domenica d’estate i genitori del fratello umano di Edoardo, che è un ragazzino di 12 anni, avevano deciso di fare una gira sul fiume, e avevano portato anche Edoardo, pensando che fosse bene fargli conoscere la natura.
Arrivati al fiume, aprirono la gabbia di Edoardo e lo fecero uscire sull’erba, dove avevano disteso una coperta per il pic-nic.
Edoardo, che in quel momento soffriva di una forte nausea per il viaggio in auto, fu sconvolto dal gran numero di odori, tutti umidi e pungenti, che c’erano in quel posto. Fu abbagliato dalla luce forte del cielo, fu assordato dal rumore del pericolosissimo fiume e di tante persone sconosciute che giocavano, cucinavano , ascoltavano la radio e parlavano forte.
Edoardo si spaventò talmente che non riuscì nemmeno a miagolare, scoppiò a piangere dentro di sé, impazzì e cercò una qualsiasi punto riparato in cui rifugiarsi.
Rimase pazzo per almeno 300 respiri, mentre il suo fratello umano e i due genitori lo cercavano. Lo cercarono per un paio d’ore, poi si rassegnarono all’idea di averlo perduto, e tornarono a casa.
Quella notte, Edoardo conobbe altri pericoli.
Dall’albero su cui si era arrampicato vide i grossi ratti del fiume, i serpenti, insetti di ogni genere, un cane malato, gatti e topi alati (civette e pipistrelli) e la luna, molto più luminosa di come l’aveva mai vista.
Pianse in silenzio per giorni e notti, mentre tornava verso casa.
Camminò sotto le piogge, che a un certo punto cominciarono a cadere quasi tutti i giorni, mentre l’aria diventava sempre più fredda.
Ed Edoardo si preoccupava ogni sera di leccarsi bene il pelo per non presentarsi a casa in disordine.
Una sera raggiunse la città, che era anche più pericolosa di tutto ciò che aveva conosciuto in campagna.
Attraversò la città, come noi negli incubi attraversiamo labirinti: a lungo l’attraversò – “chi cerca non smetta di cercare”, – fino a che una notte giunse davanti a casa; e li aspettò, nascosto in un’aiuola, che al mattino il portinaio spalancasse il portone.
Salì al secondo piano e li di nuovo aspettò, sullo zerbino, che i genitori aprissero la porta di casa.
Ciò che Edoardo sapeva e sa di come si trova la strada di casa era ed è tutt’ora niente.
Si affidò a quel niente e il niente lo guidò…
(da “Al di là del deserto” – Igor Sibaldi)
STARS & PRO – sonoGATTIvostri 3.0