sono GATTI vostri

Gina, storia di una gatta – anno 2003

Gina

Quella che leggerete di seguito è la storia di una gatta a me molto cara, Gina, accaduta nei primi anni 2000…

 

Gina

Era una sera del lontano aprile 2003, quando ricevetti una telefonata da mia figlia, la quale aveva parlato con un’amica volontaria del canile di Crescentino (Vc)…era stata trovata una gatta persiana grigia, ferita, e momentaneamente, stava a casa di una signora, che avendo un cane di taglia grande, la teneva in una gabbia x conigli.

Sapendo di essere amanti dei gatti avremmo potuto adottarla! Appresi questa notizia con felicità, ma prima ne parlai con mio marito, perché avevamo già parecchi gatti.. tra cui un persiano rosso, anche lui adottato .

Mio marito fu felice, disse subito di sì, di andare a prenderla. Presi accordi con la volontaria che qualche giorno dopo mi accompagnò a prenderla e lì incontrai e conobbi la veterinaria che mi consigliò le cure da fare.

Quando vidi la gatta per la prima volta, non doveva avere più di due anni!… mi accorsi che era una persiana blu di Prussia e, ahimè, era in uno stato pietoso. MI informarono che era già sterilizzata, quindi di sicuro era appartenuta a qualcuno.Tutti i peli lunghi arruffati, sporchi di terra sembravano tutte treccine penzolanti fino a terra.

Quello che mi colpì maggiormente era la ferita che aveva sotto l’orecchio all’altezza del collo, del diametro di 6 o 7 cm, che mi fece molta impressione. Alla vista della carne viva, pensai che stesse soffrendo molto.

Si capiva benissimo che quella gatta era stata abbandonata da qualcuno per andare in ferie..

A notarla, verso la fine di agosto dell’anno prima, una gentile signora, che aveva iniziato a darle da mangiare fuori dal suo cancello, ma poi non la vide più…Pensò: “una così bella gatta qualcuno l’avrà adottata…”, invece no!

Le ricomparve davanti in primavera con una ferita impressionante al collo, allora chiamò la veterinaria volontaria del canile. La veterinaria raccontò che quando la vide, era sul punto di sopprimerla, ma prima volle verificare cosa era quelli ferita che aveva al collo, così decise di farle un’anestesia, abbastanza potente tanta era l’infezione accumulata, per vedere di che si trattava.

Una volta che riuscì ad addormentarla incise quel gonfiore… era proprio tutta infezione…forse causata da una morsicatura di qualche animale. Una volta ripulito l’interno, rimase la ferita aperta, non aveva più la pelle e laddove vi era infezione, la veterinaria mi diede il nome di uno spray che aiutava la pelle a ricrescere. La carichi in macchina e la portai a casa, nella azienda in cui io ho vissuto con lei fino a ottobre del 2012.

 

Innanzitutto decisi per il nome GINA.

Quando la portai in casa e la liberai dal trasportino, Gina aveva l’aria spaventata, era nervosa lo si vedeva che soffriva per il male di quella ferita ricevuta tempo prima. Le prime carezze non fecero molto effetto, si rivoltò parecchie volte, non voleva essere toccata nemmeno da mani amiche.

Le prime cose da fare furono quelle di ripulirla e lavarla, tosare quel pelo lungo ammucchiato, facendo attenzione di non toccare quell’orrenda ferita. Fu un’impresa quasi al limite dell’impossibile ma ci riuscii con l’aiuto di mio marito, con qualche graffio e molta pazienza…

Poi incominciai a metterle lo spray consigliato dalla veterinaria sulla ferita per vederne gli effetti. Dopo qualche giorno, visto che non c’erano risultati soddisfacenti, la portammo dal veterinario di fiducia che consigliò di tirare la pelle intorno alla ferita e cucirla.

Eravamo contenti del risultato. Ora la ferita era chiusa e la carne viva non si vedeva più ma la buona sorte non era dalla nostra parte.

Gina stava iniziando poco a poco ad ambientarsi e a conoscerci, era più affettuosa, sentiva il calore di persone che le volevano bene. Il male però non passava ancora e lei a volte era nervosa, irascibile e poco tranquilla.

Quella ferita si stava aprendo nuovamente. La portammo di nuovo dal veterinario che ancora una volta cucì, sempre sotto anestesia. Ci avvisò che se la ferita non si chiudeva, ed era probabile che si aprisse nuovamente, lui non avrebbe più saputo cosa fare. Se non si sarebbe chiusa l’unica cosa possibile era sopprimerla, queste le laconiche parole del veterinario.

Mai parole furono più profetiche. Dopo poco tempo la ferita si aprì nuovamente. Il mio stato d’animo era sotto i piedi e non trovo le parole per esprimere quei terribili momenti dopo aver avuto la sensazione che quella poverina si salvasse.

 

Mi ero impuntata… Gina la volevo salvare a tutti i costi…

Intanto eravamo arrivati a fine luglio e la ferita si stava allargando oltre, era già arrivata sotto al mento. Eravamo disperati, ma decidemmo che dovevamo aiutarla.

Tornai dal mio veterinario e dissi che volevo arrivare a farla guarire e che almeno mi consigliasse dove portarla… eravamo decisi a tutto io e mio marito. L’utile informazione che ci diede fu di portarla a Torino in una clinica veterinaria…telefonai subito la sera stessa e presi appuntamento. Era il primo giorno di agosto quando fece la prima visita e ci dissero che con un intervento di chirurgia plastica  sarebbero riusciti a chiudere quella profonda ferita. Quasi sicuramente l’avremmo salvata con questo  intervento.

Mi diedero appuntamento per l’operazione tre giorni dopo e mi diedero anche indicazioni per la preparazione. Finalmente, con il cuore in gola, quel fatidico mattino partimmo alla volta di Torino, la consegnammo nelle mani di quel “Angelo Salvatore” e tornammo a casa con ansia, aspettando la telefonata dalla clinica. L’intervento andò bene, restò nella clinica veterinaria a Torino per tre giorni.  Andammo a trovarla per tutti i giorni di degenza, poi finalmente il ritorno a casa.

Tre giorni alla settimana la riportavamo nella clinica per la medicazione, all’inizio sembrava che i punti di sutura si incarnassero, quindi un altro problema, ma grazie alle medicazioni, la ferita poco per volta migliorava.

Ci fecero comprare il collare, ma non potemmo usarlo perché appoggiava proprio sulla ferita. Per far si che non si grattasse mi ingegnai e cucii delle calze con elastico, per le zampe posteriori, in maniera che se si fosse grattata, non lacerava la pelle.

Ma lei imparò subito a sfilarsele… allora le modificai mettendole il velcro (chiusura a strappo), all’’inizio le tenne e poi anche quelle imparò a togliersele con i denti, ma per fortuna erano già passati quasi due mesi e la ferita si stava pian piano richiudendo completamente. Io invece avevo le mani e le braccia completamente graffiate per farle le medicazioni ,ma questo era per me un piacere visto che finalmente.. (ed eravamo ad ottobre ) non vedevamo più niente di rosso… voleva dire che la ferita si era completamente chiusa!

Quell’anno, ad agosto avevamo prenotato le ferie, ma ci rinunciammo volentieri per curare Gina. Ora la mia gatta persiana, la mia Gina è un’altra gatta. Sono passati otto anni, non ha più niente di somigliante a quella gatta appena adottata. Ora è affettuosa. In sua compagnia ci sono altri gatti, tutti adottati, abbandonati anche loro da individui senza scrupoli.

 

La mia Gina rimane la preferita, le auguro ancora una lunghissima vita con noi. Le manca solo la parola, ma ci parla coi suoi miagolii!!

Oggi Gina ha forse più di 13 anni e vive felice nella azienda agricola La Motta dal 2003

Aggiungo che per il suo bene , quando mi sono separata siccome ho lasciato io la casa, di comune accordo col mio ex lo lasciata in cascina dove si era ambientata dopo il salvataggio e vive ancora oggi la…

però, purtroppo, a me non è più permesso di vederla.

Ma, aggiungo oggi 11/8/2015, io aspetto di incontrarla sul ponte dell’arcobaleno quando ce ne andremo…..sia io che lei…

Gina
Gina – Autoritratto 2010

 💔    💔    💔

Purtroppo oggi 24 aprile 2017 ho avuto la tremenda notizia che GINA ha attraversato il ponte dell’arcobaleno..ho un dolore fortissimo .. non riesco a smettere di piangere… anche perché non ho più dissapori col mio ex con cui ho parlato solo venerdì e sapendo che la settimana prossima vado su mi avrebbe permesso di rivederla un ultima volta..
La mia disperazione è anche questa non aver fatto in tempo a salutarla.   💔  

Gina
Gina – 2012